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RESILIENZA

Popolarità dell’uso del termine ‘resiliente’

E’ sempre più popolare l’utilizzo del termine ‘resiliente’ da parte soprattutto di politici ma ormai anche esteso ad altri ambienti. Fino a pochi anni fa, tale termine era quasi inutilizzato se non addirittura sconosciuto dalla maggior parte di noi.

Partendo dall’etimologia, deriva dal latino resiliens -entis, part. pres. di resilire «rimbalzare». Attualmente ha il significato di ‘capacità di sostenere gli urti senza spezzarsi’. In fisica e in ingegneria resilienza indica la capacità di un materiale di resistere a un urto, assorbendo l’energia che può essere rilasciata in misura variabile dopo la deformazione. 

Il suo utilizzo nel linguaggio comune si comincia a notare dal 2011, secondo la meticolosa ricostruzione della Crusca  quanto il termine comincia ad essere presente sia nel nei giornali che nel mondo digitale. Da allora è sempre stato più frequente. Il contrario della resilienza è la fragilità, resilienza non è quindi un sinonimo di resistenza: il materiale resiliente non si oppone o contrasta l’urto finché non si spezza, ma lo ammortizza e lo assorbe, in virtù delle proprietà elastiche della propria  struttura. 

Mi viene da fare una domanda: chissà quanti di coloro la dicono (soprattutto persone che hanno visibilità), conoscono il vero significato? Alcune volte se si fa attenzione al contesto del discorso in cui viene detta non ha molto senso. Ma questa è solo una mia opinione.

Sul sito fanpage si può vedere grafico relativo all’utilizzo del termine dal 2011 al 2017:

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